Istituto Pavoniano Artigianelli - Monza

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Le Radici

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Lodovico Pavoni nacque, da nobile famiglia, a Brescia l’11 settembre 1784 e morì a Saiano (BS), dove si era recato per mettere in salvo i suoi ragazzi, il 1° aprile 1849, ultima delle Dieci Giornate di Brescia. Visse in un'epoca caratterizzata da profondi mutamenti politici e sociali, quali la Rivoluzione Francese (1789), quella Giacobina (1797), il dominio napoleonico con le sue diverse denominazioni e infine, nel 1814, il dominio austriaco.
La “politica” di Lodovico Pavoni, ordinato prete nel 1807, fu sempre solo la “politica dell’amore” e del “compromettersi” per gli ultimi, nei confronti dei quali sentì di non poter restare indifferente.
Rinunciando a facili prospettive di carriera ecclesiastica, cui sembrava avviato quando il Vescovo lo volle suo segretario (1812) e lo nominò Canonico del Duomo (1818), seppe donarsi con generosa creatività a chi più ne aveva bisogno: i giovani e fra essi i più poveri.
Per loro che, “vergognandosi di comparire cenciosi e laceri alle divote adunanze d’altre classi di gioventù saviamente stabilite in questa nostra Città, passavano i dì festivi vagabondi ed oziosi sulle pubbliche piazze”, aprì il suo Oratorio (1812), al quale affiancò, per quei giovani che non avevano una famiglia e si trovavano nella necessità di dover lavorare per poter vivere, l'Istituto S. Barnaba (1821), un vero "Collegio d'Arti”, "ove almeno i derelitti trovassero gratuito ricovero e crescessero con sicurezza educati anche nelle arti onorate”. Fra le arti, la più importante fu la Tipografia, che ben presto divenne una vera casa editrice (attuale ÁNCORA). Il Pavoni pensò anche ai contadini e progettò una Scuola Agricola: nel 1814, poi, accolse nell’Istituto dei sordomuti.
Per garantire la continuità di queste sue opere, fondò nel 1847 la Congregazione dei Figli di Maria Immacolata (Pavoniani), composta da Religiosi sacerdoti e Religiosi laici, direttamente inseriti nell'unica missione, oggi presenti in varie parti del mondo.